5 Ottobre 2024

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Trattamenti discriminatori sul lavoro: la Ue mette nel mirino l’Italia

Procedura di deferimento per discriminazioni sui contratti a tempo indeterminato nella scuola e procedura di parere motivato nel settore giustizia per i giudici onorari.

Avviata anche una procedura di infrazione con lettera di messa in mora sulla distribuzione assicurativa e la tutela dei consumatori. Italia, Germania e Austria osservate speciali.

Scuola, nessuno stop all’abuso dei contratti a tempo degli insegnanti

L’Italia “non ha adottato le norme necessarie per vietare discriminazioni in merito alle condizioni di lavoro e l’uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato”.

Il tema è la legislazione sullo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche che “non prevede una progressione salariale” basata sui precedenti periodi di servizio” ed è “una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato”.
Così la Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia Ue.

Di questa mattina le note ufficiali Ue.

Inoltre, contrariamente al diritto Ue, l’Italia non ha adottato provvedimenti efficaci per prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato ai danni del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche.

Ciò configura una violazione del diritto europeo in materia di lavoro a tempo determinato. La Commissione ritiene che gli sforzi profusi finora dalle autorità siano stati ‘insufficienti’.

Giudici onorari sfavoriti nel lavoro

La Commissione Europea ha deciso oggi di inviare un ulteriore parere motivato all’Italia per non aver allineato pienamente la legislazione nazionale applicabile ai giudici onorari al diritto del lavoro dell’Ue.

Il parere motivato supplementare – fa sapere l’esecutivo europeo – riguarda i giudici onorari entrati in servizio dopo il 15 agosto 2017, poiché l’Italia non ha adottato misure per affrontare le questioni individuate dalla Commissione nel suo parere motivato del luglio 2023.

Secondo la Commissione, la legislazione italiana continua a non rispettare le norme dell’Ue sul lavoro a tempo determinato, il lavoro a tempo parziale e l’orario di lavoro.

Diverse categorie di giudici onorari – i giudici onorari della pace, i procuratori onorari e i giudici onorari – non godono dello status di ‘lavoratori’ ai sensi del diritto nazionale italiano e sono considerati volontari che prestano servizi su base ‘onoraria’.

Essi ricevono un trattamento meno favorevole di quello dei giudici a tempo indeterminato comparabili per quanto riguarda varie condizioni di lavoro, quali indennità in caso di malattia, infortunio e gravidanza, trattamento fiscale, ferie annuali retribuite, modalità e livello delle retribuzioni. Non ricevono alcun compenso in caso di abuso. Inoltre, non esiste un sistema per misurare il loro orario lavorativo.

La Commissione ha avviato la procedura di infrazione nel luglio 2021 con una lettera di messa in mora, seguita da un’ulteriore lettera di intimazione inviata nel luglio 2022 e da un parere motivato nel luglio 2023.

Nonostante le previste modifiche legislative volte a garantire il rispetto del diritto dell’Ue per quanto riguarda i magistrati onorari in servizio al 15 agosto 2017, l’Italia non ha presentato piani per affrontare la questione dei giudici onorari assunti dopo tale data.

La Commissione ha, pertanto, deciso di inviare un parere motivato all’Italia, che dispone ora di due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie.

In caso contrario, la Commissione può decidere di deferire il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, come si legge sull’Agenzia di stampa Agi.

Tutela dei consumatori e distribuzione assicurativa

La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di messa in mora a Italia, Germania e Austria per non aver recepito correttamente le disposizioni della Direttiva sulla distribuzione assicurativa.

La direttiva sulla distribuzione assicurativa, si legge nella della Commissione europea, stabilisce norme minime per la distribuzione di prodotti assicurativi nel mercato unico, al fine di garantire un elevato grado di professionalità, trasparenza e tutela dei consumatori.

Discriminazioni sul lavoro: la Ue mette nel mirino l’Italia.

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